Oltre Borgo, per continuare verso Roma, si lasciava la Via Emilia e ci si incamminava per una delle diverse strade che, a poco a poco, nascono per valicare gli Appennini.
Tra i tanti percorsi, col tempo e per le ragioni che andremo ad illustrare, si comincia a preferire la Via di Monte Bardone, che porta al Passo della Cisa, di origine longobarda che comincia ad essere chiamata “Via Francigena”.
I diversi valichi appenninici utilizzati in epoca medioevale possono essere ancora oggi individuati grazie alla presenza dei resti di una cosiddetta Abbazia Regia (ad esempio il Monastero di San Moderanno a Berceto in provincia di Parma), comunità monastiche (cenobi) di fondazione longobarda, dipendenti dalla capitale Pavia, che servivano sia per il controllo della viabilità che come assistenza dei viandanti.
Grazie alla presenza della memoria di queste costruzioni è possibile oggi, dunque, individuare una serie di percorsi transappenninici che col passare del tempo diverranno sempre più battuti e dotati di strutture di servizio. Fra questi, come detto, quello per Monte Bardone s'impone sugli altri probabilmente per il fatto di essere il più breve e diretto e perché più degli altri consentiva di fruire, rimanendo entro i confini longobardi, della pianeggiante Via Emilia, almeno fino a Fidenza. La quale diventa l’ultima città prima degli Appennini.
Il termine “Borgo” (citato per la prima volta in un documento del 923, ritrovato da Ireneo Affo), esprime una realtà di un grosso insedimento in crescita: crescita a cui anche la presenza dei pellegrini certamente contribuì.
Fidenza è un importante snodo viario verso il Passo della Cisa (Monte Bardone) ed è seconda solo a Piacenza nei transiti verso Sud. Infatti anche altre vie, provenienti da nord e anche da ovest, hanno come tappa Fidenza, senza, per forza arrivare fino a Parma.
Si sviluppa, insomma, quella località molto transitata e, poi, dotata di strutture ricettive, assistenziali e di ospedali nella quale anche la Pieve diventerà sempre più importante fino a diventare Chiesa Cattedrale.
Per dirla col già citato Renato Stoppani, “… l’aumento del passaggio di pellegrini crea il fenomeno di sacralizzazione dello spazio: cioè le cose, le architetture, i luoghi assumono un significato diverso proprio in forza dei pellegrinaggi. Il pellegrino vive lo spazio, ma per trascenderlo: egli percorre una strada, ma la sua finalità non è quella del viandante o del mercante, l'itinerario viene sacralizzato, dotato quindi di una serie di messaggi, simboli, segni che fanno riferimento allo scopo del viaggio.
Questi segni si addensano in alcuni luoghi tra questi in particolare Borgo San Donnino con la sua Cattedrale. Si spiega così perché non esiste all’infuori della cattedrale di Fidenza, lungo tutto l'itinerario della via Francigena, una località dove si abbia un pari addensarsi di segni e simboli del pellegrinaggio” (Renato Stopani, “Pellegrini a Fidenza”, Firenze, 2001).