Al margine ovest dell'abitato (nella zona in cui verrà costruita la Cattedrale), la strada consolare dopo aver formato un'ampia curva per adattarsi meglio alla morfologia del luogo oltrepassava il torrente Stirone su un ponte in pietra, identificato nella seconda metà dell'800 dall’archeologo Luigi Pigorini (1842 – 1925) e di cui oggi sono visibili i resti in piazza Grandi.
Testimonianza del grado di agiatezza raggiunta dai suoi abitanti, oltre ad alcuni mosaici di buona fattura e a vari oggetti di pregio, provenienti da diverse parti dell'Impero romano, è la citazione "Flavia Fidentia", nella “Tabula Patronatus” (206 d.C.) una lastra in bronzo, fusa, offerta dal collegio dei fabbri al suo patrono, Virius Valens (decurione, funzionario di Roma a Fidentia), e scoperta all'interno di una villa a Campore di Salsomaggiore Terme, che all'epoca faceva parte del territorio fidentino.