Festa religiosa, dunque, ma anche festa di popolo. Festa per tutti, insomma.
Ecco come descrive i giorni della “sagra” il Vescovo di Fidenza monsignor Carlo Mazza:
«La “sagra” attorno a San Donnino ci rivela la coscienza della città, vorrei dire l’anima popolare della fede, della cultura, della “civiltà” di Fidenza. Nei giorni della festa liberi da pregiudizi e ideologie, si avverte un’atmosfera di passioni moderate, si vive in una sospensione dei conflitti in una vera partecipazione civile, si respira un’aria di gioia. Questi sono valori di sostegno e di nutrimento a quell'appartenenza che fonda la cittadinanza e irrobustisce le virtù civili di cui si ha estremo bisogno: la tolleranza, la mitezza, la concordia. San Donnino unisce le diversità, allieta il cuore, privilegia ciò che è comune, esorta a guardare con sapienza le cose, il tempo, le persone in un orizzonte di benevolenza e di uguale destino».
Un martire, quindi, che appartiene alla più nobile schiera santa, a quella, cioè, di coloro che, nella loro ora, non hanno rinnegato il loro credo, diventando veri testimoni della fede ed esempio per tutti i cristiani di ogni tempo.
Un santo attorno al quale è più facile unirsi che distinguersi, trovando o ritrovando quell'identità che altrove manca.
Il culmine della festa patronale di San Donnino si realizza con la celebrazione della solenne Santa Messa in Cattedrale, presieduta dal Vescovo di Fidenza, alla presenza di tutte le autorità cittadine e del popolo dei fedeli, nel giorno in cui si ricorda il martirio di Domninus, il 9 di ottobre dell’anno 293, nei pressi del torrente Stirone.